
Gio.Do.Gio
Pugs

di

Sergio Soffientini


L'educazione del Carlino



Valgono, per l' educazione di un cucciolo di carlino,
le medesime norme e strategie seguite per i cani in generale, anche
se, naturalmente, non si potrà pretendere da un molossoide, per quanto
di piccola taglia, la stessa agilità di risposta di altre razze
spiccatamente "ginniche", quali il border collie, o il malinois.

Non essendo possibile, per ragioni di spazio, una trattazione esaustiva
dell' argomento, ci limiteremo a elencare alcuni rudimenti di "filosofia
comunicativa", che non intendono surrogare l' eventuale, ma vivamente
raccomandato, supporto di educatori professionali nella delicata fase
dell' istruzione di base.
- Il cane
concepisce la famiglia come un "branco", dotato di precisa gerarchia.
- Il cane
tende, per istinto, a "dare la scalata" a tale gerarchia; tali tentativi
devono essere fermamente scoraggiati (tenendo, beninteso, presente che
le percosse sono una falsa e riprovevole scorciatoia).
- Il cane
non soffre nel riconoscere la leadership del "capo-branco"; si sente
anzi, a lungo andare, rassicurato e a suo agio.
- L'
obbedienza a semplici ordini (seduto, resta, terra, piede, alt, no) non
è, di per sé, garanzia né fine ultimo d' una buona educazione;
fondamentale è invece l' attenzione del cane nei confronti del padrone,
il quale dovrà pertanto elaborare strategie per apparire, non solo
autorevole, ma anche "interessante".
- La
principale arma a disposizione dell' educatore non è la punizione ma il
rinforzo: cioè quel premio (cibo, giocattolo o semplice coccola) che
ricompensa l' animale subito dopo un comportamento ubbidiente; proprio
in virtù della loro importanza, e affinché non si "svalutino", questi
apprezzati balocchi e/o bocconcini non dovrebbero essere lasciati a
disposizione indiscriminatamente.
- Spesso
una disobbedienza incomprensibile è dovuta a malaccortezza inconsapevole
del padrone nel trasmettere il messaggio al proprio cane e, in seguito,
una maggiore cura nella gestione della voce e del gesto risolve il
problema.
- Quando
possibile, è bene fare in modo che il cane percepisca un' eventuale
punizione non come "proveniente" dal padrone, ma come semplice evento
sgradevole associato alla "marachella" in se stessa; ciò eviterà il suo
ripetersi anche in assenza del padrone.



Se ami il carlino Se hai un Carlino o
desideri averlo,Se vuoi pormi delle domande o chiedermi
un consiglio, scrivimi, ti risponderò con piacere.





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